Quali sono i compiti dell Antitrust

L’AGCM, per esteso Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (nota come “antitrust”), è una istituzione di natura pubblica creata con la legge n. l. 287/1990, attributaria di importanti compiti in materia di concorrenza nazionale. Lo scopo dell’Antitrust, su diretta ispirazione comunitaria, è quello di introdurre una tutela concreta sul corretto funzionamento del mercato nell’ordinamento, facendo sì che tutti gli operatori economici siano in grado di avervi accesso in modo libero e incondizionato, competendo sul mercato con uguali opportunità. Ma da dove nasce la necessità di un’autorità che tuteli la libera concorrenza sul mercato? Vediamo cosa dispone al riguardo il diritto della concorrenza.

Perché è stata istituita l’autorità Antitrust?

La disciplina di diritto antitrust che l’autorità Antitrust è deputata ad applicare è stata concepita per una precisa idea: la concorrenza, in un sistema di libero mercato, ha l’importante obiettivo di promuvere la riduzione dei costi, l’innovazione nel mercato e un potenziamento qualitativo dei prodotti, favorendo la differenziazioni tra questi ultimi e dando numerose alternative ai consumatori finali; così come dispone la nostra Costituzione agli art. 41 e 117. Un mercato di libera concorrenza ha l’obiettivo importante di evitare la concentrazione di potere economico in mano a una o più imprese, facendo sì che chiunque ne possa avere accesso. Soltanto in questo modo è assicurata la concreta efficienza del sistema economico e il benessere dei consumatori finali. A tal fine entra in gioco l’autorità di tutela della concorrenza, con compiti ben precisi regolati dal diritto della concorrenza, finalizzati alla tutela della concorrenza libera sul mercato. Ma quali sono i compiti dell’autorità Antitrust?

Quali sono i poteri dell’Antitrust?

Per tutelare la concorrenza, l’autorità Antitrust, è attributaria di importanti compiti: tra cui poteri sanzionatori verso chi viola le regole di concorrenza, compiti di indagine, di diffida e di vigilanza. In relazione a questo ultimo potere, in particolare, l’Antitrust si occupa di vigilare sulle intese restrittive della concorrenza, sugli abusi di posizione dominante e sulle operazioni di concentrazione. In aggiunta a tale importante compito di controllo, l’autorità Antitrust ha la funzione di promuovere la concorrenza per sollecitare il rispetto dei principi concorrenziali dettati dalla legge e dai regolamenti. Ma non sono solo questi i suoi poteri: l’autorità Antritrust, infatti, dotata di importanti funzioni di studio della concorrenza, in seguito alla sua istituzione è stata attributaria di nuove importanti funzioni da parte del nostro legislatore, competenze che ne hanno permesso una più ampia operatività: oggi l’autorità ha il compito di tutelare i consumatori contro le pratiche commerciali sleali vietate dal “Codice del consumo”, agli articoli 18-27. Tale importante compito dell’autorità Antitrust è finalizzato a proteggere il consumatore finale, che di fatto rappresenta il protagonista del mercato, in modo che quest’ultimo possa prendere le proprie scelte economiche in libertà e consapevolezza. La legge n. 215 del 2004, inoltre, ha dato all’Autorità l’importante funzione di effettuare una vigilanza attiva sui conflitti d’interesse, in modo che i titolari di cariche di Governo si focalizzino esclusivamente sul raggiungimento degli interessi pubblici dei cittadini.

Natura e autonomia dell’autorità Antitrust

L’autorità Antitrust è una istituzione autonoma e indipendente, che opera per garantire la tutela della libera concorrenza nel rispetto della legge, essendo soggetto soltanto a quest’ultima. Le sue decisioni, tuttavia, non sono inoppugnabili, ma bensì contestabili dinanzi al Tar del Lazio e, in grado di appello, di fronte al Consiglio di Stato. L’autorità è anche dotata di autonomia gestionale, contabile e finanziaria. Il suo compito principale è quello di applicare la disciplina prevista dalla legge a tutti i comportamenti che danno luogo a pratiche commerciali scorrette, nelle relazioni tra professionisti e consumatori, ovvero nei comportamenti che rappresentano pubblicità ingannevole nei rapporti tra concorrenti.